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Taqwim / disposizione ordinata

"lo si ripete e bisogna ripeterlo, ed è tanto più necessario in quanto non si sa bene ciò che si denomina, quasi fosse un doppio esorcismo: da una parte per scongiurare magicamente la ‘cosa’ stessa (la ripetizione ha sempre l’effetto protettivo di neutralizzare, di attenuare, allontanare un trauma), d’altra parte per negare [...] l’impotenza a denominare in maniera appropriata, a caratterizzare, a pensare la cosa in questione, a portarsi al di là del semplice deittico della data. (Derrida in Borradori)

Taqwim / disposizione ordinata

esclude ogni sorta di bulimia imaginifica. 

Nell’ euforica proliferazione di immagini in cui oggi siamo sommersi, con la conseguente de-realizzazione della realtà, disposizione ordinata tenta di sfuggire a quest’eccesso, a questa  ipericonocità messa in scena dall’economia dei media. La matita pro-gressivamente cristallizza l'evento su un nastro quadrettato (il taccuino),  attraverso una pratica  distillata dal ritmo, dalla ripetizione. 

E' un ritornello retorico che non sa di che parlare, una litania che lavora con e nella dimensione temporale cercando di costruire un milieux de mémoire, senza commemorazione, collassando nel presente autoriferito. 

Riempire un taccuino è certamente un esercizio semplice. Quadratino dopo quadratino, fila dopo fila, pagina dopo pagina, taccuino dopo taccuino, custodisci un ordine reale.

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